Su iniziativa della Task Force per un’Italia libera da OGM, si riuniranno a Roma, il 20 luglio alle ore 10 presso l’Auditorium dell’Ara Pacis (via di Ripetta 190) esperti nei vari settori su cui hanno un impatto gli OGM: dalla salute all’ambiente, dalla agricoltura all’economia, fino alle stesse tecniche di produzione delle piante transgeniche.
Il convegno, di taglio scientifico, ma con chiari intenti divulgativi, è rivolto ai consumatori, agli operatori del settore e alla stampa; studiosi impegnati da tempo nella ricerca sugli alimenti e sulle colture transgeniche, con particolare attenzione per gli aspetti di biosicurezza, ma anche di salvaguardia delle peculiarità e delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, si metteranno a disposizione di quanti vogliano capire quali sono le posizioni di una parte consistente della comunità scientifica italiana.
Interverranno: Mariano Bizzarri, docente di biochimica, Università La Sapienza di Roma; Gianluca Brunori, docente di sviluppo rurale, Laboratorio di studi rurali Sismondi; Marcello Buiatti, docente di genetica, Università di Firenze; Michele Corti, docente di sistemi zootecnici, Università di Milano; Roberto Danovaro, docente di ecologia, Università Politecnica delle Marche; Manuela Giovannetti, Preside Facoltà di Agraria, Università di Pisa; Livio Giuliani, dirigente ricerca EPR; Federico Infascelli, docente di scienze zootecniche, Università Federico II di Napoli; Claudio Malagoli, docente di economia, Università di Scienze Gastronomiche, Pollenzo – Bra; Manuela Malatesta, docente di scienze morfologico-biomediche, Università di Verona; Paola Migliorini, docente di produzioni vegetali, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Pollenzo – Bra; Carlo Modonesi, docente di zoologia, Università di Parma; Pietro Perrino, dirigente di ricerca, Istituto di Genetica Vegetale – C.N.R; Giuseppe Rotilio, docente di nutrizione, Università di Tor Vergata Roma; Gianni Tamino, docente di biologia, Università di Padova; Simone Vieri, docente di economia e politica agraria, Università La Sapienza di Roma.
La partecipazione di nomi noti della ricerca italiana dimostra che il mondo scientifico è molto diviso sulla valutazione degli organismi transgenici, a differenza di quanto sostengono i fautori della ingegnerizzazione del cibo, secondo i quali non esisterebbero posizioni contrarie tra gli esperti, o meglio, secondo i quali chi ha opinioni contrarie si chiama fuori dalla comunità scientifica. Esiste invece un qualificato gruppo di studiosi, rappresentato in questo convegno, che esprime riserve e critiche sulle colture e gli alimenti transgenici, sulla base di solide prove e argomenti razionali, senza indulgenza per posizioni emotive o aprioristiche, ma anche senza sudditanza verso certi interessi economici.
Particolare attenzione sarà posta alla molteplicità – e alla interdipendenza – degli impatti che gli organismi transgenici in agricoltura e in alimentazione possono avere, questione particolarmente rilevante in un paese come l’Italia, che vede nell’agroalimentare di qualità, basato su uno straordinario patrimonio di biodiversità, un elemento chiave della propria economia, della propria identità, della propria qualità di vita.
Questi alcuni degli elementi che verranno affrontati nel corso del convegno:
la tecnologia del transgenico è rozza e imprecisa, si basa su una concezione scientifica obsoleta e sull’illusione che DNA transgenico e DNA convenzionale si comportino in modo equivalente e abbiano gli stessi effetti;
diversi OGM in commercio non sono sicuri sotto l’aspetto sanitario e la loro diffusione e moltiplicazione sul mercato, provocherà, sul medio-lungo periodo, sul piano nutrizionale, conseguenze negative maggiori rispetto ai supposti vantaggi, con una pesante medicalizzazione e farmacologizzazione del cibo;
tale diffusione avrà anche ripercussioni negative sulla biodiversità, a causa di una sempre più accentuata diminuzione della varietà genetica (e non solo) degli alimenti, inevitabile nella prospettiva della “rivoluzione transgenica”;
alcuni OGM, trasformati per tollerare certi erbicidi, hanno portato all’aumento dell’uso dei pesticidi, mentre in altri casi si vanno rivelando inefficaci contro gli insetti;
l’aumento delle colture GM minaccia l’agrobiodiversità, con effetti a cascata sul funzionamento degli ecosistemi;
esistono vie alternative a quella del transgenico, che si stanno dimostrando molto valide per migliorare rese e qualità dei prodotti;
esse sono basate su un connubio tra tecnologie molto avanzate e sistemi tradizionali di miglioramento genetico;
gli attuali controlli sulla biosicurezza sono insufficienti;
le colture transgeniche sono essenzialmente uno strumento di poche multinazionali per conquistare l’egemonia assoluta dei mercati del cibo, tramite i brevetti, e per manovre e speculazioni finanziarie;
Su tutte queste considerazioni si basa la convinzione dell’insostenibilità della agricoltura transgenica, in particolare nel nostro Paese. Aderiscono alla Task Force per un’Italia libera da OGM: Acli – Adoc – Adusbef – Aiab – Amab -Campagna Amica – Cia – Città del Vino – CNA Alimentare – Codacons – Coldiretti – Crocevia – Fai – Federconsumatori – Federparchi – Focsiv – Fondazione Univerde – Greenaccord – Greenpeace – Lega Pesca – Legacoop Agroalimentare – Legambiente – Movimento difesa del cittadino – Slow Food Italia – Unci – Vas – WWF