Assegno Unico Famigliare: come funziona dal 1 luglio 2021

È stato attivato il primo luglio 2021 l’Assegno Unico per i figli ed è possibile presentare la domanda INPS. I requisiti riportati nella circolare n° 93 del 30 giugno contengono tutte le informazioni necessarie per l’accesso al canale telematico per le domande dell’assegno.

Per i figli minori sono state attivate le linee di credito e sono presenti le liste delle categorie di beneficiari e i requisiti obbligatori. Aumenta anche l’importo degli ANF, una misura parallela a sostegno di disoccupati e autonomi, cioè coloro che non sono beneficiari di assegni al nucleo familiare.

A chi è riservato l’assegno unico temporaneo

Dalla circolare N° 96 dell’INPS del 2021 risulta che l’importo spetta alle famiglie con figli minorenni, compresi quelli adottati e in affido, per un ISEE che la massimo può raggiungere i €50.000 e che sarà considerata anche per l’importo mensile. Questo arriva a €167,5 per filo singolo e €217 se ci sono almeno tre minori. Al momento l’Assegno Unico Provvisorio dovrebbe diventare un regime che offre continuità al Bonus Bebè e agli ANF e poi nel 2022 trasformarsi in uno strumento omnicomprensivo.

Viene avviato al settimo mese di gravidanza, sostituendosi al bonus Mamme Domani ed è esteso fino a 21 anni di età, con un assegno economico calcolato in base all’ISEE.Saranno però aboliti alcuni dei bonus familiari, cioè gli Assegni Familiari, Bonus Mamme Domani, Bonus Bebè e Detrazioni Figli a Carico. In questo modo saranno recuperate gran parte delle risorse necessarie per la misura.

Quali sono le condizioni per accedere

Nel Family Act del Consiglio dei ministri del 11 giugno 2020 è stato introdotto l’Assegno Unico per i figli, in base all’ISEE, le condizioni sono: essere cittadino italiano o di uno Stato membro europeo, in alternativa familiare titolare di diritti di soggiorno provvisorio permanente o per motivi di lavoro o di ricerca almeno semestrali.

Assegno Unico Famigliare
Assegno Unico Famigliare

Inoltre è necessario essere soggetti al pagamento delle imposte sul reddito in Italia, domiciliato e residente in Italia con figli a carico di età massima di 18 anni compiuti. È inoltre necessario essere residente nella penisola da almeno due anni, anche senza continuatività oppure titolare di contratto di lavoro determinato o indeterminato almeno semestrale. Infine bisogna possedere una situazione ISEE per un massimo di €50000.

Genitore e figlio devono essere coabitanti e con dimora abituale nello stesso Comune. In caso di affido condiviso l’assegno è del 50% anche all’altro genitore. Se la famiglia è formata da nonni e nipoti minorenni senza provvedimento di affido, i minori sono attratti nel nucleo familiare del genitore.

Le principali novità

Per i calcoli a fine ISEE è stato introdotto il carattere di universalità, perché spetta anche ai titolari di partita IVA e ai lavoratori inoccupati. Inoltre hanno accesso anche i coltivatori diretti, mezzadri e coloni, oppure i titolari di pensione da lavoro autonomo e i beneficiari degli ANF, perché i loro assegni non rispondono ad alcuni dei requisiti.

Il modello ISEE è indispensabile per l’accesso all’Assegno Unico e la DSU deve essere presentata. Inoltre l’ISEE deve risultare ancora non scaduto e contenere i dati del minorenne per l’assegno. Con ISEE fino a €7.000 si ha diritto a 167,50 euro per uno o due figli o 217,80 per un figlio per nuclei più numerosi. Nell’intervallo tra €7000 e €50.000, invece l’importo decresce e maniera progressiva. Per i genitori con figlio disabile si hanno €50 di maggiorazione. Per richiedere l’assegno bisogna fare domanda all’INPS in modalità telematica, oppure tramite i patronati e si ha tempo fino al 30 settembre per la richiesta. Per le arretrate dal mese di luglio, se viene inviato dopo questo termine, l’assegno spetta dalla data della domanda.

Si possono utilizzare il portale web dell’INPS, il Contact Center integrato e gli istituti di patronato per inoltrare la domanda e l’assegno sarà accreditato sull’IBAN. Inoltre hanno accesso all’assegno ponte anche i beneficiari di reddito di cittadinanza che rispondono ai requisiti, con verifiche che si possono effettuare presso i patronati.

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