Mutuo a Tasso Variabile: Come Funziona e in Quali Casi Può Essere Conveniente

Una delle principali domande che un cliente si pone quando si appresta a sottoscrivere un contratto di mutuo è il tipo di tasso che intende scegliere. È un quesito di fondamentale importanza, in quanto da una scelta meno vantaggiosa possono determinare dei cospiscui costi addizionali in termini di interessi che il cliente dovrà riconoscere alla Banca. Viceversa, la scelta migliore potrà comportare dei risparmi rilevanti sulla spesa per interessi, tenuto conto che tale spesa è un fattore rilevante data la durata di un contratto di mutuo.

Come funziona il mutuo a tasso variabile

In un mutuo a tasso di interesse variabile, il tasso che la Banca applica all’ammontare erogato non è costante. Viene definito a livello contrattuale il valore iniziale al momento della stipula del contratto e la frequenza secondo la quale tale tasso sarà rivalutato, subendo delle variazioni, in aumento o diminuzione. In generale, i contratti di mutuo a tasso variabile prevedono che il tasso usato per il calcolo degli interessi mensili rifletta l’andamento di un tasso di riferimento.

Tipi di tassi variabili

Per la maggior parte dei prodotti tale tasso di riferimento è chiamato Euribor. L’Euribor viene pubblicato giornalmente e rappresenta il tasso medio delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee e può essere a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi. Diciamo in modo semplice che si tratta di un tasso il cui valore è deciso dal mercato finanziario e che pertanto ha un certo grado di variabilità giornaliera. Al momento il tasso Euribor a 6 mesi è negativo, seppur di poco.

Ricordate però che al tasso di riferimento la Banca applica sempre un margine (in generale qualche decina di punto percentuale), che remunera le spese sostenute dalla Banca per la stipula, la gestione e l’estinzione del contratto di mutuo. Pertanto il tasso effettivamente applicato sarà certamente superiore a zero.

In alternativa all’Euribor, alcuni prodotti di mutuo prevedono il tasso BCE. Il tasso BCE è stabilito dalla Banca Centrale Europea e cambia nel tempo con frequenza molto inferiore all’Euribor. Attualmente il suo valore è 0%, tuttavia sono possibili degli aumenti nel breve medio termine.

mutuo a tasso variabile
Mutuo a tasso variabile

Fattori che influenzano la scelta

Fatte queste premesse, cerchiamo di comprendere quali sono i fattori da valutare nella scelta del tipo di tasso e in quali condizioni può essere conveniente un mutuo a tasso variabile. Come abbiamo visto, il tasso di riferimento dei mutui a tasso variabile è una grandezza che cambia nel tempo, in funzione, principalmente, dell’andamento dell’economia dei paesi dell’Area Euro. Quale è il fattore guida che modifica il valore di questi tassi di riferimento? L’inflazione.

L’inflazione è determinata da due fattori: la domanda di beni o servizi da parte dei consumatori e il costo delle materie prime che servono a produrre quei beni. L’inflazione, per la parte della domanda, è influenzata principalmente dalla massa monetaria circolante, cioè della facilità con la quale ciascun consumatore può ottenere del denaro per acquistare beni o servizi. In generale si può assumere come normale un tasso di inflazione attorno al 2% su base annua.

Oltre questo livello, può significare che la massa monetaria circolante, oppure, detto in altri termine, la predisposizione a spendere dei consumatori, sia eccessiva. Ciò può determinare un aumento incontrollato dei prezzi dei beni e servizi. Questo è accaduto diverse volte. Se pertanto l’inflazione dovesse superare questo livello normale, è probabile che il tasso di riferimento cresca portandosi a pareggiare all’incirca il tasso di inflazione seguendone l’andamento. Questo determinerebbe un aumento proporzionale della spesa sugli interessi del mutuo.

Questo aumento sarebbe immediato? No, perchè, come abbiamo visto, il tasso BCE varia raramente e anche i tassi Euribor hanno movimenti che non seguono esattamente l’inflazione, soprattutto se questa è dovuta principalmente all’aumento del costo delle materie prime.

Quando scegliere un mutuo a tasso variabile

Provando a riassumere, quando è più conveniente stipulare un mutuo a tasso variabile? Senz’altro quando le prospettive di inflazione stabile sono non oltre il tasso normale. Tenete conto che i picchi di inflazione oltre il livello normale per un intervallo di tempo limitato (qualche mese) non determinano necessariamente un aumento dei tassi di riferimento.

È possibile prevedere l’andamento dell’inflazione per 10 anni e oltre, ovvero per tutta la durata di un contratto di mutuo? No, non è possibile, ma si può osservare ciò che è accaduto nella storia. La creazione dell’Area Euro e della moneta comune ha garantito negli ultimi 20 anni un tasso di inflazione stabile e relativamente basso, quasi sempre inferiore al tasso normale.

Difficilmente si riproporranno le condizioni per inflazioni stabili attorno al 10% o più come negli anni 70. Tenete conto inoltre che un aumento dei tassi di interesse oltre il livello normale avrebbe come contrappeso una probabile strozzatura dell’economia e quindi non è auspicabile. Pertanto la scelta del tasso variabile è ancora conveniente e consente ancora oggi di beneficiare di una spesa per interessi complessivamente più bassa del mutuo a tasso fisso.

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