Stipulare un mutuo è al giorno d’oggi lo scenario più frequente nel momento in cui c’è da acquistare un’abitazione. I tassi risultano infatti ancora piuttosto convenienti. Inoltre, è sempre opportuno considerare che difficilmente si dispone della cifra del valore dell’immobile. Inoltre, gli italiani sono soliti pagare a rate, onde evitare di ritrovarsi a corto di risparmi. In questo senso, il mutuo si rivela un’operazione pratica, anche se comporta diversi costi tra interessi e spese (istruttoria, perizia, comunicazioni, polizze, ecc.). Avere una panoramica chiara in riferimento a quali sono gli oneri accessori del mutuo è decisamente utile.
Oneri accessori del mutuo: cosa sono?
Per oneri accessori del mutuo si intendono gli interessi sul capitale che vanno restituiti all’istituto di credito, in qualità di intermediario finanziario: sono, di fatto, oneri funzionali all’erogazione di capitale e alla stipula del finanziamento. Ne fanno parte poi tutta una serie di voci di spesa che finiscono inevitabilmente per incidere, anche in maniera considerevole sull’operazione. Questi vanno indicati in modo chiaro all’interno dell’informativa precontrattuale.

Quali sono i principali
Rientrano nella lista degli oneri accessori mutuo le spese relative all’istruttoria della pratica, volte a consentire alla banca di verificare la fattibilità del finanziamento ed in seguito l’erogazione dell’importo desiderato; anche le spese di perizia ne fanno parte. Ad occuparsene sono tecnici che hanno il compito di determinare il valore di mercato dell’immobile. Da questa valutazione, la banca eroga il prestito. Poi vi sono le spese notarili, aventi a che fare con la stipula del contratto di mutuo. Ciò vuol dire la parcella del notaio e le varie imposte derivanti dall’attività contrattuale.
Poi vi sono oneri di natura fiscale e spese amministrative attinenti alla riscossione delle rate mensili. Infine, non vanno dimenticate le molteplici commissioni richieste dagli istituti bancari per la loro funzione di intermediari, le polizze assicurative (come quelle sulla vita, perdita impiego, malattia o incendio e scoppio).
Capitolo a parte lo merita la possibile penalità a fronte di estinzione anticipata del mutuo.
Detrazione IRPEF degli oneri accessori
Per sostenere i mutuatari, la normativa in vigore prevede che gli oneri accessori possano essere detratti dall’IRPEF per una somma corrispondente al 19% degli interessi passivi che vengono pagati per quanto riguarda mutui ipotecari in riferimento all’acquisto, alla ristrutturazione e all’ammodernamento di un immobile. La soglia massima è pari a 2.582,28 euro. La legge fissa quali sono le condizioni effettive, affinché si possa procedere con la detrazione. Oltre agli interessi passivi, quindi, vengono tirati in ballo anche gli oneri accessori, sempre entro il limite massimo ammesso.
Pertanto, fanno parte degli oneri accessori non solo le spese da affrontare durante la fase di acquisto dell’abitazione ma anche quelle aventi a che fare con il contratto di mutuo. L’Agenzia delle Entrate, a tal proposito, mette in evidenza come negli oneri accessori figurino anche quelli di natura fiscale (inclusa l’importa per l’iscrizione oppure per la rimozione dell’ipoteca e l’imposta sostitutiva sull’importo prestato), la provvigione per scarto rateizzato nei mutui in contanti, la commissione di intermediazione spettante alle banche, i costi per l’istruttoria, le spese notarili e per la perizia tecnica.
Oneri esclusi
Non rientrano nella detrazione le spese di assicurazione dell’immobile, perché non presentano i connotati necessari in rapporto al contratto di mutuo. Le imposte di registro, le imposte catastali, le imposte ipotecarie, le imposte connesse al trasferimento dell’immobile e l’IVA, di fatto, sono oneri accessori che risultano esclusi dalla detrazione. Stesso discorso per ciò che concerne aperture di credito bancario, interessi provenienti da finanziamenti alternativi a quelli di contratto del mutuo, cessione di stipendio e interessi su prefinanziamento accesso per mutuo ipotecario.
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