Ogni volta che stipuliamo un contratto per l’ottenimento di un prestito, dovremo redigere correttamente il cosiddetto piano di ammortamento. Trattasi di un programma di rientro col quale sia tu che la banca saprete l’ammontare delle rate da restituire, tenendo così sempre sott’occhio il capitale residuo ancora da rimborsare.
Quante tipologie di ammortamenti esistono?
Probabilmente già avrai sentito parlare del piano di ammortamento alla francese e all’italiana. Ma di cosa si tratta? Qui bisogna premettere che la restituzione del prestito avvenga attraverso la rata, ovvero un pagamento periodico pattuito tra il debitore e il creditore. Fin qui, nulla quaestio, tuttavia urge approfondire le sue componenti. La rata, difatti, è costituita da molteplici parti, delle quali spiccano le due seguenti: la parte capitale, ovvero la quota solitamente su base mensile dell’intero prestito, e la parte di interessi, ovverosìa la quota di profitto in favore della banca. Ecco dunque che possiamo ora procedere a specificare in cosa consistano i due piani di ammortamenti.

Piano di ammortamento alla francese
In questa fattispecie, le rate saranno tutte uguali per l’intero lasso temporale. Vale a dire che gli interessi saranno decrescenti, partendo da cifre abbastanza elevate all’inizio salvo poi diminuire mese dopo mese, mentre la quota capitale sarà bassa all’inizio salvo poi lievitare nel tempo. Lo scopo è dunque venire incontro alle necessità del debitore con delle rate sempre uguali.
Piano di ammortamento all’italiana
Qui la situazione è molto diversa. Prevede difatti che la quota capitale sia costante nelle rate, con la conseguenza che le rate aumentino all’aumentare del tasso di interesse, e diminuiscano alla sua decrescita. Ma non lasciatevi ingannare dal nome: in Italia, oggidì, gli istituti di credito hanno del tutto accantonato questo piano di ammortamento in favore, invece di quello alla francese capace di garantire delle agevoli rate costanti.
Esempio di calcolo
Supponiamo che il prestito ammonti a 30 mila euro, da restituire semestralmente in dieci anni. Con un tasso di quattro punti percentuali. La quota di interessi sulla prima rata equivarrà al 2% del prestito cioè a seicento euro. Avremo così la quota capitale pari a 960 euro; il capitale residuo risulterà dunque essere di 29.040 euro. Rifaremo lo stesso calcolo alla successiva rata, ma sui ventinovemila euro restanti e non sui trenta iniziali, e così via. Lo scopo? Far esaurire il capitale residuo e soddisfare meglio le esigenze del debitore.
Piano di ammortamenti tedesco: una deroga alla disciplina di quello alla francese
Particolarmente in uso nel mondo germanico, questo metodo è simile a quello francese, ma con la differenza sostanziale che la quota di interessi debba esser pagata in anticipo. Il vantaggio? Più che altro per il creditore, mentre al debitore cambierà ben poco nel tempo potendo comunque estinguere il mutuo con rate costanti.
E se non volessi usare nessuno dei suddetti?
Occorre precisare che i metodi proposti non siano obbligatori, ma come si agirà laddove non si volessero usare le alternative più in voga presso gli istituti bancari? Presto detto: sarà possibile accordarsi con l‘istituto di credito di riferimento con una rata, pattuita tra creditore e debitore, composta solo della quota di interesse. ovviamente sempre tenendo conto tanto della periodicità che del capitale totale. Il vantaggio è intuitivo: sarà difatti possibile restituire il capitale residuo quando si vuole, senza attendere necessariamente la scadenza pattuita come nei casi generici.
Quale conviene di più?
Come abbiamo constatato, avrai a disposizione un ventaglio abbastanza copioso di opzioni per stipulare il contratto di mutuo venendo incontro alle tue esigenze. Ecco dunque un breve catalogo per guidarti definitivamente in queste fitte trame bancarie:
- considera sempre le tue esigenze. Pensi che nel tempo le tue condizioni economiche personali muteranno?
- In base a valutazioni su di te e i tuoi familiari, ritieni che sia meglio un mutuo alla francese, all’italiana o uno libero?
Non sottovalutare mai il diritto di surroga del mutuo ovvero di poter mutare l’istituto di credito nel caso in cui troverai una banca con un interesse più basso. Assicurati di inserire sempre la clausola onde evitare esose conseguenze derivanti dalla riprogrammazione di un nuovo ammortamento.