Considerando il notevole impatto che una buona economia domestica può avere sulle finanze familiari, risulta fondamentale ottimizzare al meglio ogni possibile costo fisso e per far ciò è senz’altro utile richiedere una rinegoziazione del mutuo laddove ci si renda conto che sono disponibili prodotti più convenienti. Sebbene possa sembrare un argomento squisitamente tecnico, in realtà si tratta di una procedura dagli aspetti operativi molto netti su cui ora andremo a fare chiarezza.
Cosa si intende per rinegoziazione del mutuo?
Per rinegoziazione del mutuo si intende la possibilità che possiede l’utente mutuatario di ridiscutere con l’ente erogatrice del finanziamento le condizioni contrattuali di quest’ultimo al fine di usufruire di termini maggiormente vantaggiosi e in linea con le proprie esigenze.
Attenzione però a non confondere la rinegoziazione del mutuo con la sostituzione del mutuo, dal momento che tra queste due realtà sussistono basilari differenze. La sostituzione del mutuo, come il nome stesso suggerisce, consiste infatti in quella procedura tramite la quale il cliente non solo usufruisce di condizioni contrattuali difformi dalle precedenti, ma procede anche a cambiare l’operatore con il quale si era stipulato il contratto originario. Oltre a ciò, risulta differente anche l’impatto economico dal momento che la sostituzione del mutuo prevede dei costi assenti nella rinegoziazione.
Generalmente la rinegoziazione del mutuo è una pratica che gli istituti bancari tendono a concedere ai mutuatari che palesano difficoltà nel rimborsare le varie rate del finanziamento, naturalmente ciò è spiegabile con il desiderio delle banche di non perdere il rimborso delle rate spettanti.
Come detto, quindi, la rinegoziazione del mutuo è essenzialmente una riprogrammazione delle condizioni dello stesso a causa di mutamenti economici palesati dal contraente. Si tratta questo di un dettaglio all’apparenza banale, ma di fondamentale rilevanza dato che rinegoziare il mutuo è considerabile fattibile esclusivamente nel caso in cui le esigenze del mutuatario siano cambiate di recente per qualsivoglia ragione interna o esterna.

Condizioni che possono essere riviste
Le clausole contrattuali passibili di ridefinizione sono:
- Tipologia di contratto, come nel classico esempio in cui si decida di passare da un mutuo a tasso variabile a uno fisso e viceversa;
- Durata del mutuo, come nel caso in cui si voglia passare da un mutuo ventennale a uno trentennale;
- Tasso di interesse applicato, andando ad esempio a rivedere la misura dello spread applicato dall’istituto bancario.
Una piccola ma doverosa precisazione lo richiede il punto nel quale si è parlato di durata del mutuo. Sebbene in linea teorica sia perfettamente ammissibile chiedere una rinegoziazione del mutuo qualora il contraente voglia estinguerlo in anticipo, nella pratica difficilmente le banche tendono a concederla poiché, come detto, è più comune che si applichi nelle casistiche in un cui il mutuatario manifesta piccoli o grandi difficoltà nel rimborso rateale.
Rinegoziazione del mutuo: come richiederla
Avviare una pratica di rinegoziazione del mutuo presso la propria banca è estremamente semplice.
Tramite scrittura privata e relativa raccomandata A/R da inviare al proprio istituto bancario basterà indicare quali condizioni si intende ridefinire, il tutto senza che sussistano particolari protocolli burocratici da dover seguire o linee guida a cui tenere fede. Si tratta quindi di una semplice formalità.
Naturalmente occorrerà attendere il responso dell’ente erogatore del finanziamento e laddove questi risulti ben propenso alla ridiscussione del contratto in essere, ne verrà data opportuna notifica mediante un invito a recarsi in sede per finalizzare le nuove condizioni. L’ente erogatore può ovviamente anche esprimersi con un diniego alla proposta presentata, ma si tratta comunque di casistiche rare.
Fondamentale ricordare come la rinegoziazione del mutuo è sempre gratuita per l’utente e priva di qualsivoglia esborso riconducibile a oneri notarli suppletivi.
Quali sono i vantaggi?
Oltre all’assenza di spese da sostenere, la rinegoziazione del mutuo presenta per il contraente diversi vantaggi tra cui i principali sono:
- Il mutuatario resta in possesso dei benefici fiscali previsti con il mutuo originario;
- Il mutuo precedente non viene estinto con relativo risparmio di tutte le spese del caso;
- Le garanzie prodotte per il contratto originario valgono anche per quello ridefinito;
- Assenza di costi amministrativi e bancari di qualsivoglia genere.
Rinegoziazione mutuo presso un’altra banca: come funziona
La possibilità di rinegoziare il proprio mutuo presso un differente istituto bancario è resa esecutiva dall’apposito decreto legge 7/2007 il quale è confluito successivamente nella Legge di Bilancio 2008, più specificatamente legge 40/2007. Conosciuta anche con la denominazione di rinegoziazione mutuo Bersani, in realtà il nome tecnico di tale procedura è surroga mutuo.
Tramite la surrogazione del mutuo, infatti, il contraente è libero di spostare il proprio mutuo da un istituto creditizio a un altro senza che vi sia il minimo ostacolo e potendo naturalmente discutere le condizioni contrattuali qualora lo desideri. Da un punto di vista operativo, quindi, la surroga mutuo può essere considerata come un’estensione concettuale della classica rinegoziazione del mutuo con tutto ciò che ne consegue in termini di benefici fruibili dal cliente.
La surroga mutuo, infatti, comporta tutti i benefici già espressi per la rinegoziazione del mutuo e medesimi sono anche gli aspetti contrattuali che è possibile riconsiderare. Oneri notarili, spese accessorie ed esborsi amministrativi sono del tutto assenti, l’unico costo che il cliente dovrà sobbarcarsi è quello dei 35 Euro necessari per la tassa ipotecaria.
Per richiedere la surroga del mutuo sarà sufficiente inviare una scrittura privata tramite raccomandata A/R sia alla vecchia sia alla nuova banca e attendere per il responso. L’istituto bancario precedente è obbligato dalla legge ad autorizzare il passaggio entro i 30 giorni lavorativi successivi alla presentazione della richiesta, mentre quello nuovo può rifiutarsi laddove ritenga ci siano validi motivi. Si tratta, comunque, di casi abbastanza rari.